19 Giugno 2025
Editoriale
Autenticità smarrita e ritrovata. Il rischio e la libertà di restare umani
Antonella D’Iorio, vicedirettrice Progetto Digeat
La stratificazione emerge come nuovo modello interpretativo dell’autenticità. Alla luce delle trasformazioni digitali, della remix culture e dell’IA generativa, bisogna ripensare i requisiti di protezione della proprietà intellettuale nell’era della simulazione.
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I sistemi di Intelligenza Artificiale stanno coinvolgendo le opere d’arte e la legge sul diritto d’autore si sta adeguando in tal senso, ma che ruolo ha la creatività umana nella generazione dei contenuti da parte della macchina?
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La definizione di chiare regole che disciplinino l’utilizzo dei sistemi di Intelligenza Artificiale generativa all’interno delle aziende costituisce l’unica via per le organizzazioni per integrare questi nuovi strumenti nelle proprie realtà, in modo sicuro e funzionale.
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Il SIM swapping è una tecnica fraudolenta usata per ottenere l’accesso ai numeri di telefono e, di conseguenza, agli account online. Contro questo fenomeno, la consapevolezza resta l’unica vera arma per proteggere i dati e scongiurare conseguenze dannose.
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La metamorfosi del concetto di autenticità si inserisce in un precario equilibrio nel settore della cybersecurity, anche a causa della proliferazione dei modelli di Intelligenza Artificiale. Il ciclo V.I.T.A. si propone come strumento per difendere l’autenticità nei processi aziendali.
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Le implicazioni derivanti dall’autenticità di un documento elettronico sono ormai innumerevoli, sia da un punto di vista giuridico sia sotto profili più squisitamente tecnici, il che rende fondamentale garantire questo requisito in tutto l’ambiente digitale.
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L’identità del soggetto produttore dovrebbe condizionare quasi geneticamente quella dell’archivio, eppure nell’epoca digitale la sostenibilità di questo rapporto risulta sempre più a rischio e l’identità dell’archivio sempre più compromessa.
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Dinanzi all'avanzata dell'Intelligenza artificiale che continua a sovvertire i sistemi tradizionali dell'archiviazione digitale, ci si interroga su quali siano i nuovi criteri da adottare per leggere la realtà presente, dove si sta giocando una partita non solo tecnica ma anche etica e sociale.
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L’uomo si è incamminato in un viaggio inquietante verso una realtà artificiale a cui sta consegnando tutto sè stesso e la sua stessa memoria. Attraverso un filone distopico si fa avanti un invito alla riflessione prima che sia troppo tardi e umanamente ci si ritrovi con un “archivio vuoto”.
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La gestione documentale, estendendo il ruolo principe del protocollo informatico, è lo strumento imprescindibile per gestire l’archivio unico digitale dell’ente con lo scopo di raccogliere tutti i dati provenienti dai diversi canali di interoperabilità e governare la dispersione dell'archivio.
Partendo dal progetto di un artista sonoro che unisce arte e tecnologia, l'articolo offre una lettura alternativa del concetto di autenticità digitale e una riflessione sulla sostenibilità come pratica quotidiana, capace di trasformare l’informazione in esperienza percettiva.
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È necessario preservare la centralità del medico, garantendo la possibilità per il professionista di confermare, correggere o rifiutare le indicazioni fornite dalla tecnologia. Gli strumenti di supporto decisionale sono utili solo se integrati criticamente nella pratica clinica.
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Il ricorso alla tecnologia in ambito sanitario impone di ritornare sulla nozione di autenticità documentale. L’organizzazione HL7 aggiunge un tassello, analizzando non solo il documento, ma anche i relativi dati e metadati di contesto.
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È fondamentale che l’IA in Sanità sia strumento di supporto e non di sostituzione, ancorata a criteri di trasparenza, verificabilità, controllo umano e validazione scientifica, per non deviare dall’autenticità del dato clinico e dalla correttezza dell’agire medico.
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La nascita del Giuramento Digitale, o Digital Oath, ispirato al giuramento d’Ippocrate, pone alla base della regolamentazione delle tecnologie il principio di precauzione e il dovere di diligenza, per indurre i professionisti ad agire con etica positiva collaborativa.
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La diffusione di deepfake pornografici porta a riflessioni sulle ramificate conseguenze sociali e giuridiche del fenomeno, stimolando considerazioni sui limiti degli strumenti di tutela oggi disponibili.
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In un contesto digitale in cui la verità è sempre più sfuggente, le fake news si propagano in maniera incontrollata, influenzando l'opinione pubblica e le decisioni politiche. La capacità di distinguere il vero dal falso è fondamentale per garantire una società democratica e informata.
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L’evoluzione dei modelli di Intelligenza Artificiale comporta la diffusione dei fenomeni di fake news, hate speech e deep fake. Al netto delle riflessioni sul tema, emerge la necessità di intervenire con strategie di mitigazione, sia da un punto di vista giuridico sia sotto il profilo sociale.
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È indispensabile lo sviluppo di una mentalità “sana” e “etica” che aspiri a risanare l’equilibrio incerto dell’innovazione che non sempre può dirsi a servizio dell’umanità e fedele agli insegnamenti di Papa Francesco. La missione si rinnova con il neoeletto Papa Leone XIV.
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19 Giugno 2025
Le conclusioni del direttore
Essere o non essere digitalmente autentici tra SPID, identità social e speranze di ritrovare la dignità perduta
di Andrea Lisi