• Laureata in Economia e perfezionata in Diritto dell’Informatica e in Cybersecurity, responsabile in Svic Informatica dell’area compliance e dei servizi Privacy e Dpo presso gli Enti Locali. E’ da anni impegnata in attività di consulenza e formazione in materia di dematerializzazione, trasparenza amministrativa, trasformazione digitale nella PA. Appassionata d’arte, ha conseguito la laurea in Beni culturali e la laurea magistrale in Storia dell’Arte, perfezionandosi con percorsi di approfondimento riguardanti il mercato dell’arte, il collezionismo e l’utilizzo delle tecnologie per la gestione, la tutela e la valorizzazione dei beni culturali.

Abstract

L’articolo intende analizzare il tema dell’autenticità delle opere digitali, focalizzandosi sugli aspetti che riguardano l’utilizzo di NFT, blockchain, criptovalute e nuovi protocolli finalizzati a garantire la trasparenza e l’affidabilità delle transazioni nel mercato dell’arte contemporanea. Alcune considerazioni vengono formulate riguardo ai possibili sviluppi futuri che la tecnologia è in grado di garantire ad investitori e collezionisti di questa particolare tipologia di asset, considerandoli anche dal punto di vista di un alternativo e remunerativo investimento finanziario.

Arte contemporanea: da cosa è garantita l’autenticità di un’opera digitale?

L’utilizzo di criptovalute e blockchain si è rivelato nel corso degli anni un fenomeno di sempre maggiore diffusione, condiviso da un numero crescente di Paesi e accettato in importanti transazioni economiche a livello internazionale. Accanto alla diffusione delle criptovalute, gli NFT (Non Fungible Token) hanno rappresentato un ulteriore fenomeno di eccezionale portata nel mondo delle cripto attività. I Non Fungible Token, potendosi configurare come certificati digitali che garantiscono l’autenticità di determinati asset, resi unici e non riproducibili tramite l’utilizzo della tecnologia dei registri distribuiti su blockchain, consentono di attribuire univocamente il diritto di proprietà in capo a determinati soggetti.

Gli NFT consentono di rendere uniche e autentiche anche le opere d’arte digitali: la digital art basata sulla tecnologia NFT è un fenomeno di mercato che si è sviluppato rapidamente, raggiungendo il picco dei volumi nel 2021, in pieno lockdown. Sebbene la digital art abbia una propria storia come espressione artistica, prima dell’introduzione degli NFT era impensabile poter assegnare un valore a questa tipologia di asset, data la loro facilità di riproduzione e duplicazione.

La casa d’aste Christie’s ha creduto per prima e fortemente nell’utilizzo della nuova tecnologia di autenticità digitale applicata all’arte, tanto che nel marzo del 2021 ha battuto all’asta l’opera  ‘The first 5000 days’ (token ID: 40913, wallet address: 0xc6b0562605D35eE710138402B878ffe6F2E23807, smart contract address: 0x2a46f2ffd99e19a89476e2f62270e0a35bbf0756, non-fungible token (jpg) 21,069 x 21,069 pixels (319,168,313 bytes)[1], un collage di 5.000 foto che l’artista statunitense Beeple[2] ha pubblicato giornalmente a partire dal 2007 per 69 milioni di dollari, raggiungendo la quotazione più alta mai ottenuta da un artista digitale e superando le offerte per dipinti di grandi pittori del calibro di Turner, Seurat e Francisco Goya.

Per la prima volta, una delle più famose case d’asta internazionali ha venduto un’opera totalmente digitale, autentica e univoca grazie agli NFT, accettando pagamenti in criptovaluta Ether su digital wallet.

L’evento eccezionale, al quale ne sono succeduti altri, dimostra come lo sviluppo tecnologico nel campo dell’arte digitale abbia contribuito a creare una nuova fiorente epoca per artisti emergenti che hanno visto ampliarsi le possibilità di raggiungere in poco tempo fama, prestigio e quotazioni al pari dei più grandi e noti artisti di tutti i tempi.

 

L’annus horribilis degli NFT tra gli up and down del mercato

La crescita esplosiva degli NFT nel 2021 non ha tuttavia mantenuto lo stesso trend al costante rialzo negli anni immediatamente successivi, in particolar modo nel 2023: è stato proprio questo l’annus horribilis dell’andamento del mercato degli NFT, con volumi altalenanti poi precipitati verso il basso anche nelle aste.

Il calo delle vendite di NFT del segmento arte nel 2023 è stato stimato in circa il 50% rispetto all’anno precedente; alcuni singoli ed eclatanti esempi vanno ben oltre questa percentuale, come nel caso del Bored Ape[3] acquistato dalla pop star Madonna, la cui quotazione è scesa da 470.000 dollari a circa 50.000 e del Bored Ape acquistato a inizio 2022 dal cantautore e musicista canadese Justin Bieber per oltre 1 milione di dollari, il cui valore nell’anno successivo si è attestato intorno ai 37.000.[4]

Le motivazioni alla base della brusca discesa dei volumi erano probabilmente da ricercarsi nella necessità di una maggiore trasparenza del mercato e dall’esigenza di più ampie garanzie per la platea di collezionisti e investitori, meritevoli di essere tutelati in maniera più incisiva da possibili operazioni di falsificazione o di contraffazione. E proprio il 2023 ha visto concretizzarsi questa prospettiva con l’entrata in vigore del MICA (Markets in Crypto-Assets), un Regolamento europeo finalizzato a regolamentare cripto attività e servizi connessi, inclusi NFT e asset digitali che comportano l’impiego di blockchain o tecnologie similari. Un importante passo avanti, dunque, verso l’obiettivo di un percorso di crescita del mercato degli NFT in un’ottica di trasparenza e di tutela dalle frodi, seppur non del tutto immune da complessità e difficoltà interpretative, ma di cui nel corso del tempo si coglieranno gli auspicati frutti.

 

Uno sguardo al futuro

Nonostante incertezze e fluttuazioni di mercato, nulla sembra escludere un futuro promettente per il mercato degli NFT. Come già verificatosi nel caso di altre tecnologie, gli NFT si stanno evolvendo, creando le premesse per un rinnovato interesse da parte degli investitori e per l’utilizzo di nuovi e interessanti strumenti di business regolamentati e applicabili al mondo dell’arte.

Già il 2023 (che ancora una volta si configura come un anno di svolta) ha visto la nascita di Ordinal, un protocollo che consente la creazione di NFT su rete Bitcoin. Gli NFT Ordinals contengono per intero il file dell’opera digitale rappresentata, la quale, risiedendo interamente su blockchain, non può essere alterata o modificata. Precedentemente, per gli NFT basati su altre blockchain, come nel caso degli NFT creati su rete Ethereum utilizzando lo standard ERC-721, erano i metadati di collegamento al file immagine registrati su blockchain – e non l’intero file dell’opera digitale – ad attestare il possesso del file originale archiviato off-chain.

Un interessante sviluppo del mercato dell’arte digitale può essere intravisto nelle potenzialità della proprietà frazionata dell’opera. Il fenomeno non è del tutto una novità, dato che già in ambito finanziario una simile esperienza si è concretizzata da tempo con l’impiego degli art funds come forma di investimento in opere d’arte tradizionali.

Al di là del rendimento che può derivare dall’investimento in un’opera d’arte, va chiarito che le opere che possono essere classificate a basso rischio d’investimento sono quelle degli artisti blue chip[5], a tutt’oggi i protagonisti indiscussi del mercato dell’arte tradizionale per fama e quotazioni raggiunte nel corso del tempo.

Si tratta di artisti di fama internazionale – Picasso, Monet, Van Gogh, Basquiat, Koons, Banksy, per citarne alcuni – le cui quotazioni, essendosi consolidate nel corso degli anni su eccezionali volumi di vendita, rimangono costanti nel tempo ed estranee alle altalene delle fluttuazioni di mercato e delle congiunture economiche.

Gli art funds, pur collocandosi in un mercato di nicchia, si differenziano dagli altri fondi di investimento o speculativi solo per la particolarità dell’oggetto alla base dello strumento finanziario: il capitale raccolto dai sottoscrittori del fondo viene investito nell’acquisizione di opere d’arte che vengono mantenute in portafoglio per un determinato arco temporale e rivendute entro i tempi e nei modi prestabiliti dal regolamento del fondo. Il guadagno realizzato da tali operazioni di acquisto e vendita viene distribuito pro-quota agli investitori. Le principali categorie di asset artistici coinvolti nelle operazioni di investimento in art funds riguardano generalmente l’arte visiva antica, moderna e contemporanea post-war, la fotografia e la scultura.

In modo analogo a quanto accaduto con l’affermarsi degli art funds nel mercato dell’arte tradizionale, la possibilità di frazionamento degli NFT – che consente a più utenti di possedere una determinata quota dell’asset artistico rappresentato – si configura come una interessante opportunità di crescita per il mercato dell’arte digitale.

L’ingresso nel mercato di nuovi collezionisti, incentivati da una maggiore accessibilità dei costi di investimento e dall’impiego di smart contract con fee di ingresso e commissioni più basse rispetto a forme d’investimento alternative, si può senz’altro considerare come opportunità e volano per un trend positivo di crescita del fenomeno e per una stabilizzazione del mercato nel medio-lungo periodo: ci si augura, alla luce di queste considerazioni, che ben presto l’annus horribilis degli NFT e le drastiche fluttuazioni di mercato possano divenire un lontano ricordo del passato.

 


NOTE

[1] Si rimanda a ‘Online Auction 20447 Beeple | The First 5000 Days’, https://onlineonly.christies.com/s/beeple-first-5000-days/beeple-b-1981-1/112924 , consultato il 22 aprile 2024

[2] Al secolo Michael Joseph Winkelmann

[3] Il Bored Ape (o Bored Ape Yacht Club BAYC) è una collezione di NFT rilasciata da Yuga Labs nel 2021; questi NFT raffigurano disegni unici di scimmie ‘annoiate’ che presentano determinate espressioni e cromie, generati attraverso un apposito algoritmo che ne garantisce qualità e caratteristiche proprie

[4] Per approfondimenti si veda ‘Il mercato dell’arte e dei beni da collezione’, Report 2024, Deloitte Private

[5] Nel gioco del poker, ‘blue chip’ (gettone blu) è la fiche con il valore più alto; nei mercati finanziari il termine viene utilizzato per indicare le azioni più costose foriere di una maggiore stabilità e sicurezza dell’investimento

Indice

PAROLE CHIAVE: arte / asset / blockchain / digitale / mercato / opere

Condividi questo contenuto su

Tutti i contenuti presenti in questa rivista sono riservati. La riproduzione è vietata salvo esplicita richiesta e approvazione da parte dell’editore Digitalaw Srl.
Le foto sono di proprietà di Marcello Moscara e sono coperte dal diritto d’autore.