Abstract
Durante il periodo natalizio, la Chiesa cattolica nel celebrare la nascita del Salvatore del mondo celebra in modo particolare i valori centrali del nostro vivere sociale per alimentare e diffondere a beneficio di tutti lo spirito di comunità e solidarietà. A partire dalla “innovazione” voluta da San Francesco di Assisi che realizzò e donò al mondo la prima Natività della storia, esperienza pregnante di creatività e artigianalità di imperitura memoria, assistiamo ad una innovazione in costante divenire che si fa strumento di potenziale riscoperta dei valori umani se pensata per celebrare il bene attraverso una creatività aggiornata e adeguata a sostegno dei più nobili progetti dove la combinazione tra il sapere manuale, la tradizione artigianale e le nuove tecnologie possono rappresentare un’opportunità di inclusione e fratellanza, per aiutare l’uomo a riappropriarsi delle relazioni.
La Natività di San Francesco tra tradizione e innovazione
Le luci del Natale con la loro atmosfera lieta accendono momenti di riflessione, invitano a guardare più lontano, a rinnovarci di anno in anno.
Per la Chiesa cattolica la nascita del Redentore segna un percorso, un periodo di preparazione in cui la comunità tutta, credente e laica, ravviva il proprio impegno verso i valori centrali del vivere sociale nella solidarietà e accoglienza verso i più bisognosi.
Nel contesto presente, segnato da importanti innovazioni tecnologiche in costante evoluzione, è essenziale non perdere di vista la forza della semplicità e della creatività per poter fare ancora esperienza umana e poter parlare di spirito e vita interiore come individui, famiglia e società.
San Francesco d’Assisi[1] per l’epoca in cui è vissuto, come uomo ha rappresentato un esempio certo di innovazione, che si rivela quanto mai attuale, quando, animato e rapito da un intenso desiderio e da commozione profonda, ha voluto ideare la prima rappresentazione della Natività[2] riuscendo a trasmettere il messaggio evangelico in un modo immediato e comprensibile.
La scena della notte santa riporta alla mente, ieri come oggi, la semplicità, l’umiltà e l’amore arrendevole dell’umanità portata nel Presepe, valori intramontabili della nostra cultura che, tuttavia, meritano di essere preservati dal rischio di essere cancellati negli ingranaggi della società moderna.
L’invenzione del santo di Assisi non serve solo da narrazione, ma diviene un guida utile anche per il presente per non lasciarsi vivere solo dall’esterno, ma a dimostrazione di come la creatività possa ancora oggi lanciare messaggi di condivisione e diffusione dei valori cristiani.
Questo gesto, completamente nuovo per un’epoca lontana, ci ricorda oggi che l’innovazione e la creatività possono ancora essere ancorate alla tradizione dove la sfida è poter esprimere e diffondere anche attraverso strumenti moderni, autentiche intenzioni di inclusione.
Risaltano le parole di Papa Francesco in una delle sue esortazioni al cambiamento che ci ha donato nel post emergenza sanitaria: “Siamo chiamati a essere creativi, come gli artigiani, forgiando percorsi nuovi e originali per il bene comune”. Un invito del Pontefice alla riconversione dell’economia e delle menti, dove risalta la sensibilità della Chiesa cattolica verso gli artigiani e l’artigianato. (…) Per Papa Francesco si rende necessario ri-orientare “la tecnica, mettendola al servizio di un altro tipo di modello di sviluppo, più sano, più umano, più sociale, più integrale”. Un modello nuovo di sviluppo dove l’artigiano deve avere un ruolo cardine. (…) Una creatività in grado di restituire “senso al presente per aprirlo a un futuro migliore”. Un progetto ambizioso in cui credere e lavorare: “Per questa conversione e questa creatività è indispensabile formare e sostenere nuove generazioni di economisti e di imprenditori”.[3]
E ancora le parole del discorso che Papa Francesco ha rivolto ai 7000 imprenditori e dirigenti di Confartigianato giunti da tutta Italia e ricevuti in un’udienza nell’Aula Paolo VI in Vaticano. “L’uso delle tecnologie ha accresciuto le possibilità del settore, ma è importante che non finiscano per sostituire la fantasia dell’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio. Le macchine replicano, anche con una rapidità eccezionale, mentre le persone inventano!”.
Il Pontefice ha ricordato e sottolineato agli artigiani che le loro attività valorizzano l’ingegno e la creatività umana. In particolare, “il lavoro manuale rende partecipe l’artigiano dell’opera creatrice di Dio. Fare non equivale a produrre. Mette in gioco la capacità creativa che sa tenere insieme l’abilità delle mani, la passione del cuore e le idee della mente. Le vostre mani sanno realizzare moltissime cose che vi rendono collaboratori di Dio”.
La tradizione racconta che Giuseppe, esperto nella falegnameria, abbia trasmesso al divin figlio il suo mestiere, educandolo non solo nelle abilità pratiche, ma anche nei valori come la dedizione, la pazienza e l’umiltà, fondamentali per il lavoro artigianale.
Questo ha contribuito a modellare Gesù, che nei Vangeli viene spesso descritto come vicino ai lavoratori e ai poveri.
L’artigiano plasma sulla base di una tradizione che ha ereditato. La sua conoscenza diventa esperienza seguendo la spinta di una innovazione costante che corrisponde al suo valore aggiunto.
Lo spirito del Digitale per una riscoperta dei valori umani
L’innovazione tecnologica e digitale, talvolta percepita come un elemento di allontanamento dai rapporti umani, può al contrario essere una leva potente per alimentare questo spirito di comunità, se pensata e progettata per promuovere il bene comune. Seguendo l’esempio di San Francesco di Assisi per donare al mondo una “Natività” tecnologica e solidale: l’uso di strumenti digitali e innovazioni sociali per fare un’esperienza immersiva di comunità che diventa laboratorio per abbattere il disagio, le disuguaglianze e altre forme di povertà vecchie e nuove.
San Francesco ci offre un esempio indelebile di come l’artigianato e la creatività possano diventare potenti strumenti di inclusione e diffusione dei valori cristiani. Questo gesto semplice e rivoluzionario ci ricorda che anche oggi l’innovazione, quando ancorata alla tradizione e pensata per il bene dell’altro, può dare nuova vita alle opere.
Tra le iniziative più meritorie, sempre a servizio della solidarietà, la lotta alla povertà alimentare che, ancora oggi nel 2024, rimane una sfida cruciale, resa ancora più complessa dalle disparità economiche e dai cambiamenti climatici che influenzano la produzione agricola. La Chiesa cattolica, attraverso organizzazioni e iniziative locali, sta utilizzando la tecnologia per rafforzare il proprio impegno contro la fame e la malnutrizione moltiplicando le risorse egli obiettivi da raggiungere.
Ad esempio, molte diocesi e associazioni cattoliche hanno adottato piattaforme digitali per organizzare i volontari nella raccolta e distribuzione di generi alimentari.
Grazie a queste tecnologie, le reti di solidarietà possono coordinarsi in modo più efficace, raggiungendo in tempi rapidi famiglie e individui in stato di bisogno. Inoltre, i sistemi di mappatura digitale permettono di individuare le aree più vulnerabili e di monitorare le risorse disponibili, ottimizzando il lavoro delle mense e dei centri di raccolta.
La collaborazione tra aziende del settore tecnologico e associazioni cattoliche ha anche portato alla creazione di app che incentivano la donazione di eccedenze alimentari da parte di supermercati, ristoranti e privati, riducendo così lo spreco e sostenendo le famiglie in difficoltà.
Dal messaggio di Papa Francesco al direttore del Programma Alimentare Mondiale: “Se desideriamo costruire un futuro in cui nessuno venga lasciato indietro, dobbiamo creare un presente che rifiuti radicalmente lo spreco di cibo.“[4] Questo connubio tra tradizione cristiana e innovazione tecnologica trasforma il concetto stesso di carità, rendendolo più accessibile e sostenibile.
La tecnologia può giocare un ruolo fondamentale nell’educazione delle persone.
Anche la povertà educativa va debellata in quanto priva i giovani di opportunità di crescita e sviluppo, limitando le possibilità future di emancipazione sociale ed economica. La Chiesa cattolica e le organizzazioni ad essa collegate stanno sviluppando progetti educativi che, attraverso l’uso di piattaforme digitali, riescono a superare le barriere geografiche ed economiche.
Laboratori di creatività digitale e artigianale, spesso realizzati nelle parrocchie e nei centri comunitari, permettono alle persone di incontrarsi, condividere esperienze e competenze, riscoprendo il valore dell’inclusione e della solidarietà.
Molti enti cattolici hanno lanciato programmi di e-learning gratuiti o a basso costo, destinati a bambini e ragazzi di famiglie con difficoltà economiche.
Grazie a dispositivi mobili donati da aziende partner e alla formazione di volontari digitali, questi programmi non solo forniscono strumenti educativi, ma anche competenze tecniche essenziali per affrontare il mondo del lavoro moderno.
La tecnologia diventa così un mezzo di inclusione, che permette ai giovani di riappropriarsi di opportunità vere, favorendo il coinvolgimento in un processo educativo che diventa vera e propria esperienza di comunità.
In questo senso, innovazione e artigianato possono diventare uno strumento unico e potente per riavvicinare le famiglie e rafforzare i legami sociali.
NOTE
[1] (Assisi, 1181/1182– Assisi, 3 ottobre 1226) religioso e poeta italiano e fondatore dell’Ordine che da lui poi prese il nome (Ordine francescano), è stato proclamato santo da Papa Gregorio IX nel 1228; dichiarato, insieme con Santa Caterina da Siena, patrono principale d’Italia.
[2] Otto secoli dalla prima raffigurazione della Natività, che San Francesco ha realizzato a Greccio, una cittadina a pochi chilometri da Rieti. Maggiori informazioni qui.
[3] Papa Francesco nel messaggio inviato al Forum organizzato da The European House a Cernobbio. Maggiori informazioni qui.
[4] Messaggio del 19.11.2019
PAROLE CHIAVE: cultura digitale / innovazione / intelligenza artigianale / natività
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